Con la ripresa dell’attività vegetativa anche gli agricoltori marchigiani sono alle prese con i primi interventi di difesa dei loro raccolti. Che la coltivazione stia avvenendo con sistema tradizionale o in biologico, i vari terreni sono oggetto di azioni efficaci per contrastare tutto ciò che può garantire una coltura più sana, più produttiva e perciò un’alimentazione accessibile a tutti. Nelle Marche sono interessati circa 230 mila ettari tra seminativi (190 mila ettari) e piantagioni (40.000), per un giro di affari del mercato degli agrofarmaci che si attesta intorno ai 15 milioni di euro.
In tale scenario il Consorzio Agrario di Ancona, che detiene oltre il 70% del mercato degli agrofarmaci nel territorio di riferimento che si estende su tre province attraverso 32 sedi, sta operando a pieno regime con la propria squadra di tecnici per sostenere l’imprenditore agricolo in tali operazioni. Attività tutt’altro che scontata, per la quale piuttosto è obbligatorio avere autorizzazioni e certificazioni precise, oltre ad una assistenza tecnica adeguata.
Visita in campo, diagnosi e prescrizione delle migliori molecole in termini sia economici che tecnici è tutto ciò che la squadra del Consorzio Agrario – composta da agronomi e agrotecnici con esperienza pluriennale e profonda conoscenza del territorio – sta sviluppando in questi giorni. Un’attività che si affianca a quella di qualificati agenti e che riguarda non solo i prodotti da utilizzare, ma anche macchinari ed attrezzature con cui effettuare tali interventi, tenuto conto che la normativa in tema di agrofarmaci è estremamente rigorosa e non si limita solo a quanto riportato in etichetta.
“Oggi – spiega il direttore del Consorzio, Andrea Novelli – gli agrofarmaci sono più che certificati, con standard produttivi e di sicurezza elevati, ai livelli dei prodotti farmaceutici. Nel corso degli anni la scienza ha infatti sempre più ridotto e selezionato il numero di molecole utilizzate per la difesa delle coltivazioni, con una rigorosa valutazione in termini sia di sicurezza alimentare che di rispetto dell’ambiente. Dosaggi ridotti e specifici per ciascun tipo di coltivazione e per ogni tipologia di terreno permettono all’impresa agricola di migliorare le proprie produzioni sotto il profilo della qualità e della quantità, coniugando al tempo stesso una efficace tutela del territorio”.