Con giugno alle porte, si mettono a punto le mietitrebbie per la raccolta del grano duro che prenderà il via a metà mese. Dopo la deludente campagna dello scorso anno, crescono le attese e le aspettative per il nuovo raccolto che si spera possa tornare – sia in quantità che in qualità – agli elevati standard che le imprese agricole della nostra regione, sempre più professionali, hanno puntualmente garantito ai pastifici. Ma come sarà questa nuova campagna nelle Marche, terza regione italiana per la produzione di questo cereale con oltre 100 mila ettari coltivati? Dopo le notizie tutt’altro che positive che giungono dal meridione – dove si registrano cali produttivi consistenti – abbiamo rivolto la domanda a Luciano Falappa, tecnico di Jesi.

Luciano Falappa

Luciano Falappa, lei che raccoglie grano per diverse aziende agricole, cosa dobbiamo attenderci da questa campagna che è ormai imminente?
“Facendo i debiti scongiuri, e dobbiamo farli da qui al 15 giugno, quest’anno si prevede una buona quantità in generale. Dalla collina al mare i terreni marchigiani dovrebbero garantire una media di 60 quintali ad ettaro. Insomma veramente un bel raccolto”.

E per le zone interne?
“Più internamente i temporali sono stati pressoché quotidiani in questi ultimi giorni e questo non ha fatto bene purtroppo al grano. Dunque qui le attese produttive vanno certamente ridimensionate”.

Sul fronte della qualità?
“Sono sempre stato del parere che per il grano duro in particolare la qualità va sempre d’accordo con la quantità. E dunque sono ottimista anche sotto questo aspetto, sia per proteine che per peso specifico”.

Si registrano allettamenti consistenti con il maltempo a cui ha fatto riferimento?
“Penso sia un fenomeno che ha coinvolto finora una percentuale minima di terreni. Certo, laddove il maltempo si è fatto sentire in maniera intensa, le perdite sono state significative, perché la produzione non è più recuperabile. Un problema questo legato anche al tipo di varietà e allo stadio fenologico della coltura. Ho notato che laddove la grandine ha colpito alcuni areali, come nelle zone di Arcevia o Filottrano, i danni hanno interessato le colture che erano più indietro nella maturazione”.