Di Alberto Maria Alessandrini
Porta il nome di un marchigiano la nuova legge sull’imprenditoria giovanile in agricoltura, di recente approvata dal Parlamento. Una normativa che, stando all’intenzione del primo firmatario, appunto l’on. Mirco Carloni, pone al centro l’ambizioso obiettivo di restituire un ruolo primario all’agricoltura come un modello di sviluppo e organizzazione sociale partendo proprio dal ruolo dei giovani che vi operano.
Le misure previste
Articolate le misure che il parlamentare fanese, presidente della Commissione Agricoltura alla Camera, ha quindi previsto fra cui un regime fiscale agevolato per gli under 40, facilitazioni in materia di compravendita di terreni agricoli con spese notarili ridotte e crediti d’imposta per le attività di formazione svolte dai giovani imprenditori agricoli. Inoltre, sono state anche inserite riduzioni delle imposte ipotecarie e catastali in caso di acquisto o permuta di terreni, incentivi per il mantenimento dell’unità aziendale ed, infine, anche criteri preferenziali per i giovani nell’esercizio del diritto di prelazione.
Un pacchetto di misure corposo che prevederà uno stanziamento da parte del governo di circa 200 milioni di eurovolto non soltanto a garantire il ricambio anagrafico ma a creare una nuova generazione di imprenditori formati ed al passo con le nuove esigenze che il mercato richiede. Fondamentale, per la stesura del testo, anche il confronto con le organizzazioni di categoria che hanno potuto esporre le principali criticità che oggi un ragazzo che intende avviare una nuova azienda agricola è costretto a fronteggiare.
Agricoltura da reddito
Presupposto alla base della nuova normativa la convinzione che i giovani agricoltori rappresentano una risorsa preziosa per il settore, soprattutto grazie alla capacità di apportare nuove competenze ed un sempre maggiore dinamismo. La coltivazione della terra, infatti, deve rappresentare un valore aggiunto per il sistema economico e sociale e non un ripiego come invece i trend parrebbero suggerire ( -4,2% di occupati nel settore nel 2022). Del resto, come emerge dalle intenzioni alla base della legge, questa vuole predisporre le condizioni culturali e di sistema che rimettano al centro l’agricoltore e la sua redditività, senza dimenticare l’importanza della conservazione del territorio e delle aree rurali interne, per le quali, spesso, l’unica attività in grado di garantire la sopravvivenza dei piccoli centri ed evitarne lo spopolamento, è proprio l’agricoltura.
Sfoglia gratuitamente Marche Agricole cliccando qui.