Il 2023 non sarà ricordato come un’annata particolarmente positiva per i produttori di grano duro delle Marche al termine di una campagna dove non si sono superati i 4 milioni di quintali di grano duro nella regione, con una flessione di oltre il 20% rispetto alla media. Se per la quantità, dunque c’è poco da sorridere, diverso è il discorso sulla qualità del prodotto.
“È stata una produzione qualitativamente altalenante” spiega Alessandro Alessandrini, presidente del Consorzio Agrario di Ancona, il maggior centro di stoccaggio di cereali della regione. “Mai come quest’anno – ha spiegato – a fronte di una stagione metereologica molto difficile, a fare la differenza è stata la tecnica di coltivazione. Questo ha comportato che la qualità è stata a macchia di leopardo dove ha anche inciso parecchio il tempismo nella raccolta fra le varie finestre di bel tempo che hanno caratterizzato la fine di giugno e la prima metà di luglio. Certo è – ha concluso – che, a fronte degli alti costi di produzione che gli agricoltori hanno dovuto sostenere per l’acquisto del seme, dei mezzi tecnici e di coltivazione, la speranza è che il mercato sappia riconoscere la scarsità di materia prima di quest’anno garantendo quotazioni remunerative non solo per la prima voce di prodotto”.