Come la trebbiatura ad inizio estate, anche la semina di grano duro è in ritardo di quasi un mese nelle Marche, complici le temperature al di sopra delle medie stagionali.
Secondo le previsioni saranno circa 125 mila gli ettari di terreno della regione ad essere interessati alla coltivazione di questo cereale che resta di gran lunga la principale coltura delle nostre campagne. Grazie anche ad una ripresa dei prezzi di vendita che finalmente sono tornati ad un livello tale da coprire i costi di produzione, gli agricoltori marchigiani hanno infatti dato piena fiducia al grano duro.
E in tale scenario il Consorzio Agrario di Ancona, principale soggetto di stoccaggio in regione, ricorda l’importanza di avvalersi di sementi certificate per raggiungere la migliore qualità possibile e vedersi così meglio remunerato il grano che sarà raccolto.
“Nell’adottare le migliori soluzioni tecniche ed agronomiche – ricorda il direttore del Consorzio Andrea Novelli – il primo passo è proprio quello di utilizzare sementi certificate perché hanno una migliore stabilità genetica, essendo selezionate con cura, e garantiscono pertanto una migliore protezione per contrastare le malattie che attaccano le piante fin dalla prima fase. I tecnici del Consorzio Agrario di Ancona sono a disposizione degli imprenditori agricoli per dare informazioni e supporto tecnico in campo, al fine di orientare al meglio le scelte agronomiche che si andranno a compiere. E sono pronti a suggerire le migliori sementi provenienti da contratti di filiera realizzati sul territorio con ben dodici diverse varietà selezionate in funzione di specifiche caratteristiche e parametri qualitativi”.