di Alberto Maria Alessandrini
È partita a pieno regime la stagione delle semine per i cereali autunno-vernini, grano duro in primis. Un momento fondamentale e di estrema delicatezza soprattutto per l’agricoltura di una regione, come le Marche, in cui la coltivazione del frumento duro riveste ancora un ruolo predominante. Avviate leggermente in ritardo rispetto allo scorso anno, circa una settimana dopo, le operazioni stanno procedendo con regolarità e senza particolari criticità.
Più terreni coinvolti
Al momento le superfici interessate sembrerebbero vedere un incremento di circa il 10/15 % rispetto alla passata stagione. Circostanza assolutamente in linea con la tendenza storica regionale (più o meno 100.00 ettari coltivati a grano in tutte le Marche) in cui il calo del 2023 aveva rappresentato un’eccezione a causa degli obblighi di rotazione introdotti dalla nuova Pac. A farne le “spese” le altre colture c.d a paglia come grano tenero e cerali minori che vedranno un conseguente calo nella coltivazione.
Fra le qualità più apprezzate restano ai vertici l’Odisseo, l’Achille, lo Svevo ed il Fuego. Tipologie che ben si adattano ai terreni argillosi e medio collinari della nostra regione, soprattutto nelle provincie di Ancona e Macerata.
Condizioni favorevoli
Un fattore che sta senza dubbio agevolando le operazioni è quello meteorologico con terreni generalmente in tempera che rendono agevole e rapido l’ingresso in campo dei mezzi grazie alla giusta umidità presente. Fattore non scontata dati gli oltre 300 millimetri d’acqua caduti dall’inizio dell’autunno in molte zone della regione. Qualche eccezione si riscontra, comunque, soprattutto nelle aree di fondo valle, a ridosso di fiumi e corsi d’acqua. Qui le esondazioni delle scorse settimane rendono ancora difficili alcuni passaggi di raffinamento del terreno non ancora sufficientemente asciutto.
“Le condizioni climatiche di questo autunno, al momento, sono decisamente favorevoli – conferma Raffaele Marziani, responsabile di settore del Consorzio Agrario Provinciale di Ancona- così come la tendenza all’aumento delle superficie è facilmente comprensibile. Il 2023 è stato un anno molto poco soddisfacente per quasi tutte le colture, girasole e colza non hanno fornito le rese sperate ed il grano resta l’unica produzione ancora in grado di fornire un reddito, se pur minimo. Inoltre, la possibilità di ristoppio ha ampliato la possibilità di scelta degli agricoltori.”
Cresce l’utilizzo del seme certificato
Circostanza degna di nota, infine, il costante e progressivo aumento dell’uso di semente certificata. Passaggio reso quasi obbligatorio, non solo per garantire attecchimento e qualità delle produzioni, ma anche necessario per ottemperare alle linee di indirizzo che negli ultimi anni la Politica Agricola Comune ha imposto agli agricoltori. Infatti, l’introduzione del quantitativo minimo di sementi certificate per coltivare frumento duro (180 kg per ettaro) ma anche girasole, colza o riso è oggi un obbligo per chiunque voglia accedere ai contributi Pac. Unica deroga quella riservata alle aziende biologiche, ai fini dell’accesso al sostegno accoppiato, ove è prevista la possibilità di utilizzare le sementi convenzionali qualora quelle in forma biologica non siano disponibili sul mercato.