Grande partecipazione di pubblico al congresso sulla presenza del lupo nel territorio marchigiano svoltosi la scorsa sera ad Osimo. Il rapporto con questo grande predatore è ormai una tematica che quotidianamente ci pone degli interrogativi in merito alla sua gestione ed a come sia meglio intervenire per evitare situazioni ben più gravi.
Nel corso della serata il dott. Francesco Mazzieri, esperto in gestione della fauna selvatica, ha ricordato come la popolazione di questi animali sia aumentata in modo esponenziale negli ultimi 30 anni arrivando a colonizzare aree anche costiere dove storicamente non ne era mai stata segnalata la presenza (oltre 3.500 esemplari in Italia con una densità media di 7 esemplari ogni 10.000 ettari). Molti anche gli esponenti delle istituzioni regionali presenti fra i quali i consiglieri Mirko Bilò e Marco Ausili che, nel ricordare le azioni di protezione e risarcimento danni riservate agli agricoltori che le Marche stanno mettendo in essere (ulteriori 100 mila euro appena messi a bilancio per i recinti notturni), hanno anche sottolineato come il problema sia finalmente giunto anche all’attenzione della Comunità Europea. Solo laddove questa, infatti, dovesse finalmente procedere a declassare il lupo a specie non più particolarmente protetta, si potrebbero avviare dei piani di gestione seri e concreti.
Apprezzamento unanime per l’intervento conclusivo di Pasqualino Santori, presidente del Comitato di Bioetica per la Veterinaria e l’Agroalimentare, che ha analizzato la questione partendo dalla consapevolezza che è vero che qualsiasi scelta si faccia comporta delle sofferenze per qualcuno (animali domestici, allevatori, lupi) ma che parimenti scegliendo di non agire rimandiamo solo un problema facendolo aumentare. È necessario evitare, dunque, quanto già successo con i cinghiali dove, volendo evitarne il contenimento 10 anni fa quando i numeri erano più gestibili, si è fatta sviluppare la popolazione in modo abnorme imponente adesso scelta ben più complesse e dolorose (vedi diffusione della peste suina africana).
È stata insomma una importante occasione di dibattito che ha permesso ai tanti intervenuti, agricoltori e non solo, di comprendere in maniera tecnica e ragionata la situazione ed avere anche qualche utile consiglio anche su come comportarsi in caso di incontro.