03 Mag 2018

GRANDE SUCCESSO PER LA FIERA AGROALIMENTARE

Il Consorzio Agrario Provinciale di Ancona – l’unico capace di mantenere la propria autonomia e la propria identità nel panorama regionale – ha festeggiato nella sede centrale di Jesi i 120 anni della propria costituzione con una Fiera Agroalimentare che ha fatto registrare uno straordinario successo di pubblico.
Almeno 10 mila visitatori hanno infatti partecipato tra sabato 21 e domenica 22 Aprile alla manifestazione espositiva denominata “Consorzio in festa”, arricchita da convegni, eventi, degustazioni guidate, fattorie didattiche. Tremila metri quadrati all’aperto, nei due ampi piazzali del Consorzio, sono stati teatro di un evento pienamente riuscito tanto che l’Amministrazione comunale di Jesi, che ha sostenuto e patrocinato l’iniziativa, ha richiesto di trasformarlo in un appuntamento annuale.
In vetrina, nella mostra mercato, una sessantina di espositori che hanno presentato le loro eccellenze agroalimentari, sostenuti dalla presenza anche di alcuni Consorzi di Tutela come quello dell’Igp Marche per l’olio, dell’Istituto Marchigiano Tutela Vini, della Casciotta di Urbino. Garantite tutte le produzioni certificate della regione, dai tartufi di Acqualagna a nord fino alle olive ascolane al sud. Una presenza variegata che ha riscontrato il consenso di un pubblico di consumatori che ha avuto modo di conoscere filiere, processi produttivi e soprattutto il lavoro e la passione che stanno dietro alle migliori eccellenze agroalimentari della regione.
Nello spirito di servizio che contraddistingue l’attività del Consorzio Agrario Provinciale di Ancona, sono state anche ospitate diverse aziende del cratere del sisma, a partire dalla Varnelli, nome simbolo del made in Marche.
Spazio anche alle macchine agricole (dalla mietitrebbia ai trattorini), che hanno ovviamente riscontrato grande interesse sia da parte degli operatori che dei semplici curiosi, così come ricca è stata la presenza florovivaista.
Nessuna bandiera delle organizzazioni professionali, perché lo spirito dell’iniziativa, per una volta, era quello di mettere al centro gli agricoltori e le azione di trasformazione agroalimentare, dando loro, e solo a loro, la piena visibilità.
La mattinata del sabato si è aperta con un interessante incontro sulle prospettive future del grano duro delle Marche che rappresenta come noto la produzione principale di questa nostra regione. Dopo i saluti del presidente del Consorzio Alessandro Alessandrini e del presidente della Commissione consiliare attività produttive del Comune di Jesi Giancarlo Catani, si sono sviluppate le relazioni sull’andamento delle produzioni mondiali e nazionale del grano con l’intervento dell’analista di mercato agricolo Filippo Bertuzzi, sui parametri per il migliore grano di qualità a cura del direttore del Consorzio Andrea Novelli e sulle opportunità per le filiere con i bandi del Psr da parte del dirigente del Servizio Agricoltura delle Marche Andrea Bordoni. Particolarmente atteso l’intervento del direttore acquisti di Barilla, Enrico Polverigiani, che è stato esplicito: “Vogliamo acquistare più grano da questa regione. Nelle Marche oggi appena il 30% della produzione raggiunge i parametri qualitativi che Barilla
richiede. Siamo pronti, attraverso una formazione adeguata e strumenti agronomici appropriati anche avvalendoci di nuove tecnologie, il tutto ricondotto attraverso appositi contratti di filiera, di supportare gli agricoltori della regione nella produzione di un grano di qualità adatto ai nostri standard”. Oggi Barilla acquista una quota del 10/15% del grano delle Marche – terza regione italiana per produzione dopo Sicilia e Puglia – dai 500 ai 700 mila quintali. La prospettiva di un aumento degli acquisti è più che reale a fronte di una produzione certificata di qualità.
Parallelamente al convegno usl grano duro si è tenuto un corso di formazione su “Comunicare l’agricoltura” accreditato dall’Ordine dei Giornalisti con la partecipazione di diversi operatori dell’informazione e degli alunni dell’Istituto agrario Salvati di Pianello Vallesina.
Grazie all’Assam, nel pomeriggio si sono intervallate degustazioni di olio e birra con presentazione di progetti innovativi come quello sull’agricoltura di precisione e di attività particolari come quella dei vivai forestali. L’Associazione Sommelier Marche ha invece condotto i visitatori alla piena conoscenza di profumi e sapori del Verdicchio dei Castelli di Jesi nel 50° anniversario della Doc e dei vini rossi delle Marche.
Le fattorie didattiche hanno permesso anche ai bambini di potersi divertire grazie a laboratori e alla presenza di animali.
Insomma, un pieno successo che ha confermato il ruolo centrale del Consorzio Agrario Provinciale di Ancona a supporto dell’agricoltura del territorio regionale e la volontà di impegnarsi ancora attivamente per supportare le aziende agricoli nelle migliori soluzioni per prodotti di qualità e capaci di trovare valore sul mercato.

10 Apr 2018
Campo gelato

DANNI DA MALTEMPO E NON SOLO

Alla fine di febbraio una gelata siberiana ha flagellato la nostra penisola. Le Marche sono state tra le regioni più colpite dalla neve. Soprattutto il gelo, però, ha provocato i danni maggiori. Parliamo di danni soprattutto agli olivi, ad alcune tipologie di alberi da frutto (quelli precoci) alle coltivazioni da vivaio od ortaggi invernali. Certamente le coltivazioni autunno vernine non hanno, per il momento, molto risentito, salvo l’aver disperso il concime, per chi l’ha distribuito, a causa delle copiose piogge prima e dopo la nevicata. Oppure qualche danno l’avremo sul ritardo del primo taglio degli erbai da fieno per chi questo anno ha rinnovato (nuova semina) le coltivazioni da
foraggio.
Comunque possiamo però affermare che, salvo in alcune zone od areali ristretti, grossi danni non sono stati subiti, o meglio danni da poter richiedere “la calamità naturale”. Ma soprattutto è sbagliato chi – ai primi fiocchi di neve, stracciandosi le vesti – può ipotizzare un danno di circa 300 milioni per l’agricoltura come se avesse la linea diretta con il Padre Eterno, conoscendo in anteprima quando e come finirà l’ondata di maltempo. Tanto è vero che ci illuminano anche sui danni per la pesca, in quanto i nubifragi di neve e vento hanno bloccato i pescherecci sull’Adriatico fino a far dimezzare (sic!) il pescato (come se la neve od un forte vento fosse un evento inaspettato ed estremamente occasionale). Ma dove si raggiunge l’apoteosi è quando si parla di danni agli allevamenti, in quanto a causa delle basse temperature dovute al maltempo “si attendono anche morti ed aborti nelle stalle dove gli allevatori stanno mettendo i cappotti ai vitellini e hanno acceso le lampade termiche a luce rossa, mentre l’acqua negli abbeveratoi viene scaldata fino a una temperatura di 20 gradi oppure lasciata sgocciolare…” con tanto d’intervista di allevatori di montagna…
Questo credo che sia troppo anche per chi non conosce a fondo l’agricoltura, non solo perché urlare sempre “al lupo al lupo” sminuisce e rende poco credibile chi si lamenta per danni veramente subiti; ma soprattutto far passare gli allevatori per degli sprovveduti ed un po’ ebeti, è offensivo ed immeritato.
Non esiste e, ripeto, non esiste allevatore che non sappia che in inverno c’è sempre il rischio dell’abbassamento repentino delle temperature e rischi di gelate. Cappottini od altre amenità del genere le lasciamo a chi “sentenzia” sulle spalle di “chi si fa il mazzo” sotto la neve allevando bestiame al pascolo o allo stato semi brado. E vi garantisco che so di cosa parlo! Non esiste allevatore, degno di questo nome, che si faccia trovare impreparato in inverno: forse gli può essere successo, una volta, forse in parte, ma mai una seconda; l’esperienza insegna!
Comunque sia, forse anche questa l’abbiamo scampata. Al contrario un silenzio assordante sempre dalle stesse persone nei confronti del Consorzio di Bonifica, i cui costi sono sulle spalle degli agricoltori e con tutto il rispetto in cambio di nulla Né manutenzioni di fiumi o torrenti (vedi il fiume Misa o il Musone… solo come esempio), né manutenzione di fossi, né di strade rurali. Non solo nella valle dell’Aso ad oggi 28/03/2018 lo stesso Consorzio, forse farà più danni del maltempo, minacciando di non aprire le condotte delle irrigazioni con la motivazione che gli agricoltori non pagano (sic!). Cosa in molti casi non solo falsa, ma assolutamente risibile in quanto il Consorzio, lo sappiamo bene noi della Provincia di Ancona, è prontissimo a mandarci raccomandate e cartelle esattoriali se rimaniamo in ritardo sui pagamenti della tassa che chiamano quota associativa o contributo consortile (ari sic!!!). Purtroppo l’avevamo previsto, avevamo previsto dove sarebbe sprofondato il Consorzio, per questo, ne eravamo stati convintamente alla larga, noi di Confagricoltura! E se tanto ci dà tanto, peggio sarà…
Ci auguriamo, al contrario, che la Regione Marche intervenga decisamente sulla Bonifica Marche, come più volte abbiamo sollecitato, evitando che gli agricoltori subiscano ulteriori danni economici, questi sì da un maltempo provocato.

Alessandro Alessandrini